Museo del Tartufo
Il fascino e la fama del tartufo, e in particolare del Tuber magnatum Pico o Tartufo bianco d’Alba, derivano certamente dal suo intenso e particolare profumo, dall’uso nella cucina di territorio e nella ristorazione internazionale di alto livello e dalla preziosità che lo rende oggetto di desiderio e simbolo di prestigio.
Ma il tartufo non è solo questo, ha rappresentato per secoli un “mistero” della natura oggetto di interpretazioni mitiche e di ricerche scientifiche; è un prodotto spontaneo strettamente legato a un ecosistema; è cercato ed estratto dalla terra con l’ausilio del cane da cercatori che tramandano conoscenze e narrazioni; ha fatto discutere per secoli sulle sue proprietà alimentari ed afrodisiache; è stato presente sulle mense dei re, dei nobili, dei potenti, ma è anche stato usato nelle comunità contadine come dono straordinario e come prelibatezza e negli incontri della borghesia come golosità e convivialità; è stato valorizzato da commercianti e ristoratori dotati di passione e inventiva, è diventato omaggio a personaggi famosi.
L'Ente banditore intende documentare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e soprattutto immateriale che riguarda il Tartufo mediante l'istituzione di una realtà museale che, operando in stretta cooperazione con la comunità, gli enti e le associazioni di riferimento, contribuisca alla salvaguardia e trasmissione di tale patrimonio. L’istituzione del Museo del Tartufo bianco d’Alba può contribuire allo sviluppo turistico, alla educazione in materia di gastronomia, di
protezione degli ambienti naturali e di sviluppo sostenibile.